Non corro più, forse, ma “shredding” trails è sempre uno dei miei passatempi preferiti!
Tante cose sono cambiate in questi anni per me, da gareggiare a tempo pieno a dedicarmi ad altro e correre per piacere, ma una cosa mi accompagna sempre: una (o più) bella Transition.
Che tra me e Transition sia stato amore a prima vista è chiaro. Ricordo la prima Covert, ricevuta il Giovedì, giusto il tempo di assemblarla e la Domenica vincevo la Superenduro di San Bartolomeo. Era persino un po’ sgraziata, grezza, di un colore verde militare molto retrò ….ma che goduria di ciclistica. Leggera, reattiva, agile…un po’ nervosa ma per me che provengo dal BMX più che nervosa definirei “sincera”.
Di li in avanti abbiamo vinto un bel po’ di gare, e siamo stati insieme la croce di un bel po’ di amici rider…. c’era una alchimia che funzionava a meraviglia e andavamo forte, sempre e un po’ dappertutto.
PRIERO 2010
Una bici non confortevole per i pigri, ma molto appagante per chi ha voglia di muoversi e guidare attivamente, spremerla, schiacciarla, “lanciarla”, comprimerla, impennarla… insomma per chi vuole giocare!
Superenduro PRO San Bartolomeo
Di lì in avanti sono stato fortunato a potermi confrontare con chi le progetta e le costruisce e così privilegiato da poter fornire il mio contributo agli sviluppi successivi: www.transitionbikes.com
Sul campo abbiamo fatto esperienza e poi abbiamo lavorato a svariate migliorie.
Superenduro Sanremo 2012 a 2 secondi da sua maestà “E.T. Vouilloz”
Siamo passati per la Covert Carbon, molto elegante, molto cattiva, ma non per tutti.
Qui un mio video (ormai posso dire) dell’epoca, primo video a livello mondiale della Covert Carbon senza veli e in action!
Cosa mancava a Transition, in particolare alla Covert, per essere una bici “per tutti”?
Un look leggermente più “commerciale”, un carattere leggermente più affabile, un pelo più di tolleranza per diversi stili e interpreti.
Il giunto horst liberalizzato ha semplificato tutto, ma non è così semplice come lo si potrebbe immaginare a meno che, come ce ne sono tante, non ci si limiti a fare una brutta copia della big “S” (che forse poi non è tanto una buona idea copiare….. )
Il sistema è quello, ma immaginatevi una bella donna: può essere goffa, disordinata, pacchiana, sgradevole oppure solare, fresca, pulita, leggiadra, piacevole. La stessa identica bellezza può cambiare l’emozione che trasmette, il piacere che vi dà eppure è sempre lei, solo curata e presentata diversamente.
Idem per un sistema di sospensione, ci sono molte possibilità di renderlo più o meno gradevole, più o meno divertente, più o meno capace anche se all’apparenza è sempre quello. Provate una Patrol e provate una bici della big “S” o di qualche altro marchio, e trovere due donne diverse, ve lo garantisco!
Monopivot Rules! Sanremo 2012
Transition non ha voluto inventare nulla, ci mancherebbe… non fa e non vuole vendere “le bici di “S”uperman”….. ma vuole fare biciclette che rispecchino la propria filosofia: semplici, funzionali e intuitive.
Ecco che nasce la famiglia Giddy Up. Non sapete quanto ho insistito per lavorare sulla posizione del giunto e la curva di compressione per ottenere quello che abbiamo ottenuto: una bicicletta con giunto horst che si guida come un monopivot, con tutti i suoi pregi, e che aiuta come un quadrilatero, con il suo svincolo in frenata e l’efficienza di pedalata.
Una bici che quest’anno è stata premiata come miglior MTB 2016 da PINKBIKE:
TRANSITION Patrol Carbon – PinkBike MTB of the Year 2016
Una Covert che non si blocca in frenata e che potete usare con 35% di sag pedalando da Dio?
Eccovi serviti.
Per me che in gara con la Covert giravo con 10-15% di SAG, specialmente ora che giro molto meno e sono meno allenato, questo è un vero toccasana e immagino lo sia per tanti rider “comuni”!
La guido come la mia vecchia Covert, che mi ha lasciato alcune tra le più belle emozioni di guida di sempre, ma con il confort e la performance di una bici superiore.
Perché tutto questo sproloquio?
Semplicemente per dire che anche per la prossima stagione sarò in sella a biciclette Transition
Mi dedicherò sempre al Monte Alpet Bike Village, di più anche alla mia scuola RideABility e a qualche avventura outdoor su per i monti, come quella fatta proprio con i Transition Boys con l’Alpen Shralpen ma non mancherò di buttarmi nella mischia come ho fatto lo scorso anno per provare ancora le bellissime emozioni che si provano quando ti danno i 5 secondi… anche se sai che non parti per vincere!
Whip your Monte Alpet !
A presto un comunicato con tutti i partner che mi sopporteranno in questa stagione, molti dei quali ormai “storici” ma non mancherà qualche interessante new entry!
Stay Tuned
AB